Mettersi a dieta non serve
Se sei consapevole che mangi nei momenti di crisi o di delusione sentimentale, la soluzione non è certo l’andare da un dietologo o seguire una dieta scaricata da internet, o importi di mangiare di meno. Lo dimostra già il fatto che, come Clara racconta, non riesce più a perdere peso nonostante la dieta. Il nostro organismo è estremamente saggio e segnala dove sta il problema e quindi la soluzione: nel suo caso non è tanto nella quantità di calorie da introdurre, quanto nella sfera degli affetti, delle emozioni, di cui occorre occuparsi.
Quando il cibo diventa un antidolorifico pieno di rischi
È evidente che il cibo è un rimedio inappropriato per placare le emozioni sgradevoli che accompagnano un litigio o una delusione sentimentale. In queste situazioni il ricorso al cibo ha una funzione essenzialmente palliativa: si combatte il dolore della delusione con il piacere. Non a caso si consumano soprattutto alimenti piacevoli come i fritti o i dolci. I maschi, in più, tendono invece a bere alcolici: classiche sono le sbornie dopo separazioni, tradimenti e amori non corrisposti. Praticamente il cibo viene assunto come se fosse un farmaco antidolorifico o anestetico. Ma proprio come un farmaco, anche il cibo ha un effetto solo momentaneo, non risolutivo, e possiede effetti collaterali (ingrassamento, sensi di colpa e così via, oltre ai danni fisici nel caso dell’alcol). Le questioni aperte prima o poi torneranno a farsi sentire: Se si vuol essere onesti con se stessi occorre affrontarle alla radice.
Meglio guardare i propri “mostri”
L’abbuffata dopo una litigata o una delusione può avere varie cause: temi di sviscerare la questione sentimentale, hai paura delle reazioni dell’altro, temi di essere abbandonata o ulteriormente ferita. In pratica eviti di affrontare la questione, di parlare apertamente e ti rifugi in un mondo di apparente beatitudine, come una bambina il cui pianto viene placato e consolato dal cibo, surrogato del latte materno. Quando eri piccola ci pensava la mamma a calmarti, così ora lo fai da sola. Ma adesso sei una donna adulta, matura, non più una bambina: puoi affrontare le questioni col partner in modo più costruttivo, esprimendogli per esempio in che cosa ti sei sentita ferita.
In questi casi il conforto che si può trovare in un sincero dialogo di coppia - e nei casi estremi nella riconquista di una sana indipendenza sentimentale - permette di superare ogni difficoltà, ed è più efficace contro il sovrappeso di qualsiasi dieta.
Tre mosse per vincere la fame nervosa:
Non si mangia per appetito, ma per allontanare un’emozione scomoda
Molto spesso il sovrappeso e l’obesità sono correlati a disturbi del comportamento alimentare, ossia a situazioni in cui, pur seguendo uno stile alimentare adeguato e bilanciato e uno stile di vita salutare, si mangia non per vera fame, ma sull’onda di particolari stati emotivi, solitamente disagevoli, come ansia, tensioni, stress e così via. I conflitti di coppia e le delusioni sentimentali fanno parte di queste condizioni. Un tempo si parlava di fame nervosa, un termine che oggi è stato sostituito più appropriatamente da “fame emotiva”. Tali condizioni portano a un’inappropriata assunzione di alimenti, talora sotto forma di abbuffate (consumo di porzioni esagerate in poco tempo), con conseguente disagio fisico e emotivo, accompagnato da tendenza al sovrappeso.
Non si mangia per appetito, ma per allontanare un’emozione scomoda
Molto spesso il sovrappeso e l’obesità sono correlati a disturbi del comportamento alimentare, ossia a situazioni in cui, pur seguendo uno stile alimentare adeguato e bilanciato e uno stile di vita salutare, si mangia non per vera fame, ma sul onda di particolari stati emotivi, solitamente disagevoli, come ansia, tensioni, stress e così via. I conflitti di coppia e le delusioni sentimentali fanno parte di queste condizioni. Un tempo si parlava di fame nervosa, un termine che oggi è stato sostituito più appropriatamente da “fame emotiva”. Tali condizioni portano a un’inappropriata assunzione di alimenti, talora sotto forma di abbuffate (consumo di porzioni esagerate in poco tempo), con conseguente disagio fisico e emotivo, accompagnato da tendenza al sovrappeso.
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